Nell’edizione odierna di Più Stadio (inserto interno del Corriere dello Sport-Stadio) si parla del Fossolo e dell’iniziativa Estate al Femminile: nell’intervista a Roberta Li Calzi, consigliera comunale e calciatrice, si toccano infatti svariati temi, fino al progetto che dal prossimo luglio permetterà alle donne di tutte le età di avvicinarsi al pallone. Dove? Ovviamente al Felsina…
Qui di seguito l’intervista integrale.
«Quando ho iniziato giocavo coi maschi, perché a dirla tutta non c’erano molte squadre femminili…». Roberta Li Calzi è consigliera comunale e calciatrice, una delle prime sotto le Due Torri: pioniera e testimone diretta, della crescita del movimento in Italia. «L’ultimo Mondiale ha squarciato un velo, finalmente anche da noi le cose stanno cambiando». Sul territorio nazionale e pure locale, dove c’è un Bologna Femminile in piena lotta per la promozione. «Le ragazze si stanno comportando benissimo, tifo per loro…».
Come si spiega l’exploit delle rossoblù? «Posso solo dire che la presenza di Giovanni Sgobba, che lavora nell’attuale società, spiega da sola molte cose: parliamo di una grande persona, che è stato il mio primo allenatore, e che anni dopo mi chiamò ad allenare il Boca. Insomma, ho sempre condiviso con lui la passione per il calcio, ed oggi non posso che applaudire alle gesta delle ragazze rossoblù, che stanno facendo davvero un ottimo lavoro».
Se si parla di Sgobba e Bologna, si parla della sua carriera da calciatrice. «Ho iniziato negli anni Ottanta ancora giovanissima, avevo non più di sette anni: prima giocai al DLF, dove ero l’unica bimba in mezzo a tantissimi maschi, perché all’epoca non c’erano numeri per fare squadre solo femminili. Poi è arrivata la bellissima esperienza del Bologna…».
Ecco, soffermiamoci sulla parentesi in rossoblù. «Ci ho giocato dai 14 ai 19 anni, un periodo davvero straordinario sotto tutti i punti di vista: c’erano ragazze ben più grandi e formate, io ne approfittai per imparare tutti i segreti del mestiere e mettere poi in pratica gli insegnamenti. Il sodalizio si chiamava BCF, che sta per Bologna Calcio Femminile, con un grande presidente alla guida come Sergio Grandi, condottiero di una società tra le più antiche d’Italia, all’avanguardia nella questione del calcio femminile. Ci teneva tantissimo alla Prima Squadra, io gli suggerii di dare un occhio di riguardo anche al settore giovanile…».
E le soddisfazioni in quegli anni non sono mancate. «Siamo salite dalla C alla A, poi quando mi sono diplomata sono passata ad Imola, dove ho giocato alcuni anni, prima di fare un vero e proprio tour regionale: prima nella provincia di Modena, poi Cervia, Lugo, Ravenna, Vignola, tra serie B e A2. Infine sono anche tornata per una breve parentesi al Bologna, perché del resto il primo amore non si scorda mai…».
Una grande passione che coltiva pure oggi «Quando riesco ne approfitto subito per fare un calcetto, con amici e amiche: oltre a gestire la squadra del Consiglio Comunale, di cui ho preso l’eredità dal grande Maurizio Cevenini, partecipo anche con grande piacere a un progetto che unisce calcio e diritti: e da questo punto di vista, se l’emancipazione del calcio femminile è a buon punto, non è però ancora andata in porto del tutto. In tal senso serve un impegno sempre maggiore tra istituzioni, famiglie e mondo sportivo».
Quest’estate partirà anche il progetto “Estate al Femminile”. «Un’idea del Fossolo che approvo in pieno, e alla quale ho anche partecipato volentieri nella presentazione: la società è molto attiva nella promozione del calcio femminile, e per questo la supporto su tutta la linea, perché dare la possibilità alle ragazze di età di avvicinarsi al pallone, è un’iniziativa davvero bellissima. Questa città in generale ha da sempre una grande attenzione per le questioni di genere, e da questo punta di vista, continua dunque a confermarsi pioniera su tutta la linea».